L’uso di Google Analytics è sempre più critico dal punto di vista del GDPR, in più è stata annunciata la sospensione del servizio di Universal Analytics (la versione 3) da luglio 2023.
Se poi si vogliono un po’ di dati storici per poter fare confronti bisogna cominciare a pianificare la migrazione a breve perché non sarà possibile trasferire i dati.
In più la configurazione della nuova versione 4 però non è affatto immediata come la 3 e per chi come me è interessato principalmente alle statistiche sugli accessi delle pagine -e ha come mantra “semplificare con la tecnologia”- il passaggio alla versione 4 non è esattamente la scelta ideale. 🙂
Ero quindi alla ricerca di una soluzione alternativa rispettosa della Privacy e già mi stavo rassegnando a dovermi fare il parsing dei log del server quando mi sono imbattuto in Matomo (che forse conosci con il vecchio nome Piwik).
È un completo sistema open-source di analisi degli accessi ad un sito che normalmente richiede un server dedicato. Esiste però un comodissimo plugin “Matomo Analytics“ che ne fornisce una versione autonoma e che non richiede altre installazioni.
Ho quindi subito installato il plugin.
La pagina iniziale delle impostazioni ci guida sulle operazioni necessarie ad attivare la raccolta delle informazioni:
- abilitare il tracciamento
- aggiungere uno shortcode alla pagina della Privacy

Alla prima modifica delle impostazioni Wordfence (che è il plugin che uso per migliorare la sicurezza) mi ha segnalato una possibile azione pericolosa e ho dovuto autorizzarla manualmente. In futuro forse questa operazione non sarà più necessaria.
Io ho scelto di anonimizzare gli indirizzi IP quindi i cookie di tracciamento possono essere assimilati ai cookie tecnici ed è sufficiente mostrarli nell’elenco di quelli utilizzati.
In altri casi potrebbe essere necessario acquisire il consenso prima di iniziare il tracciamento. In tal caso puoi fare riferimento a questa pagina: “Implementing tracking or cookie consent with the Matomo JavaScript Tracking Client“.
Alcune considerazioni
il fatto che tutti i dati degli accessi siano gestiti in autonomia richiede di fare attenzione a due aspetti.
La velocità del sito. Ora è il sito stesso che si occupa di raccogliere tutti i dati quindi bisogna verificare che il server o l’hosting su cui è installato sia sufficientemente potente. E qui la cache non ci può aiutare. 🙂
L’occupazione di spazio. I dati naturalmente occuperanno spazio su disco e soprattutto nei primi tempi dobbiamo monitorarne la crescita per evitare che lo spazio libero si esaurisca.
Con tempismo eccezionale il Garante blocca l’uso di Google Analytics: “Google: Garante privacy stop all’uso degli Analytics. Dati trasferiti negli Usa senza adeguate garanzie” https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9782874